Il Mare d’Autunno
Avevo dimenticato quanto fosse bello il Mare in autunno.
Avevo addirittura dimenticato di vivere in una città con il Mare. Non parlo del mare, quella distesa d’acqua su cui si muovono le navi, il sostituto liquido della terra; quello lo vedo ogni mattina dal balcone.
Avevo dimenticato che la mia città avesse il Mare, quello vivo, il compagno di giochi della tua infanzia, l’amico fedele dell’adolescenza, lo specchio dei pensieri dell’età adulta.
Sul Mare non si muovono i mercantili, si muovono i sogni. Dal Mare nasce il sole e nel Mare va a riposare la luna.
E, ad ottobre, il Mare ti guarda sincero sotto un sole caldo che non fa male. Nel silenzio della domenica cittadina il Mare ti racconta dei giochi dei bambini, degli amori estivi dei ragazzi. Ti sussurra dei sogni che gli sono stati affidati nelle calde notti estive dalle anime inquiete di ogni dove.
Perché il Mare è un custode, conserva e non dimentica. Fa tesoro di ogni cosa e la restituisce quando è necessario a chi ne ha più bisogno.
Il Mare d’autunno è un amico sincero. Se ne hai bisogno è lì, nonostante sappia che per i prossimi mesi sarà dimenticato da tutti, anche da te. In autunno il Mare si riposa, ascolta chi ne ha bisogno e risponde con il suo mormorio quieto e dolce.
Chi può vada a salutarlo, a ringraziarlo e ad assicurargli che non ci si dimenticherà di lui. Vada ad affidargli i suoi desideri, a confidargli i suoi sogni: il Mare li porterà al largo e li farà crescere per poi restituirli, vigorosi e forti, al primo sole di primavera.